Giacomo, il "raccoglitore d'alghe": «Fornivo la posidonia spiaggiata agli agricoltori di Polignano»
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martedì 23 settembre 2025
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di Caterina Palumbo
C’è stato un tempo infatti in cui le piante marine che si spiaggiavano sul litorale venivano prelevate per essere usate come fertilizzante per i campi. In particolare era la preziosa posidonia, di cui il fondale barese è ricco, a essere utilizzata per proteggere e arricchire i terreni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un qualcosa oggi che non è più possibile. Le cosiddette banquettes (ovvero le “profumate” alghe e fanerogame che si accumulano sulle spiagge) non possono infatti essere toccate, perché si è compresa la loro importante funzione protettiva: limitano infatti il dirompente effetto dell’erosione costiera. Trattenendo tra le proprie maglie un grande quantitativo di arenile, salvaguardano la battigia, creando una sorta di diga contro cui le onde si infrangono. La rimozione può essere fatta solo con autorizzazione e seguendo procedure specifiche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Prima però non era così. E a raccontarcelo è proprio Giacomo, che abbiamo incontrato nella sua casa di Polignano a Mare. (Vedi foto galleria)
«Negli anni 60, ogni volta che il mare si alzava, prendevo il mio calesse trainato da un cavallo e all’alba percorrevo gran parte del litorale di Polignano - esordisce l’anziano signore -. Il motivo? Andavo a raccogliere grandi quantità di posidonia spiaggiata, che poi vendevo agli agricoltori di mia conoscenza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il signor Recchia si fermava soprattutto a Cala San Giovanni e a Cala Paura e lì, con pazienza, cominciava un lavoro di selezione delle banquettes. «Prendevo solo la posidonia e non le alghe comuni – afferma -. E poi con un rastrello separavo le foglie dagli altri residui come le “palle di mare” e le “olive di mare”, queste ultime il frutto della pianta marina».
In mente ci viene il dipinto di Paul Gauguin “Raccoglitori d’alghe” del 1889, in cui il celebre pittore ritrae donne e uomini tahitiani intenti a raccogliere le piante marine. Nel frattempo Giacomo continua il suo racconto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Una volta caricato il carretto, tornavo nella mia masseria per cominciare il lavoro di “dissalatura” – illustra –. Lavavo bene le lunghe foglie con l’acqua dolce, che poi stendevo al sole e al vento. Una volta che avevano perso tutto il sale ne ricavavo un “pacciamante”, ovvero un materiale che si usava per la “pacciamatura”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quest’ultima è una tecnica che consiste nel coprire il suolo con uno strato di materiali naturali per impedire la crescita delle erbacce, trattenere l'umidità e arricchire il terreno. «L’“erba di Nettuno era perfetta per questa funzione – spiega Giacomo –. La pianta essiccata veniva anche utilizzata per mantenere fresche le coltivazioni di pomodori e cetrioli durante il periodo di forte siccità. E spesso veniva mescolata con altri scarti vegetali per apportare al suolo nutrimento di importanti sali minerali quali potassio e azoto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Recchia sa bene queste cose perché anche lui in passato è stato un agricoltore: raccoglieva infatti la posidonia non solo per gli altri ma anche per sé. «A chiedermela però erano anche gli allevatori – svela -. Loro la mescolavano alla paglia per creare una lettiera per il bestiame. Addirittura qualcuno l’aggiungeva nell’alimentazione degli animali per curare alcune infiammazioni. E poi quando si costruivano piccoli capanni, si utilizzava come isolante nelle strutture di perimetro o sui tetti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un’altra peculiarità di questa incredibile pianta che è la posidonia, che in mare fornisce riparo e nutrimento a tante specie, per poi andare a “profumare” con il suo acre odore la costa barese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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I commenti
- Andrea - La posidonia non è un alga, quindi il sig. Recchia non era undi raccoglitore d'alghe come lui stesso ha precisato: <
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